Revisione della direttiva IVA, presentate le proposte della Commissione europea

logo commissione ueIl 18 gennaio la Commissione ha presentato un pacchetto di proposte di revisione della direttiva IVA 2006/112/CE per rendere le disposizioni in materia di IVA più flessibili per gli Stati membri e per ridurre il peso burocratico per le PMI.

In base alla prima proposta, oltre all’aliquota IVA normale, gli Stati membri potrebbero ora cambiare le aliquote e fissare: due aliquote distinte comprese tra il 5 e il 15%; un’aliquota da fissare tra lo 0 e il 5%; un’aliquota pari a 0 per i beni esenti da IVA (o “aliquota zero”).

L’attuale, complesso, elenco di beni e servizi cui possono essere applicate aliquote ridotte sarebbe soppresso e sostituito da un nuovo elenco di prodotti (come armi, bevande alcoliche, tabacco e gioco d’azzardo) ai quali dovrebbe sempre essere applicata l’aliquota normale del 15% o un’aliquota superiore.

Per salvaguardare le entrate pubbliche, gli Stati membri devono inoltre garantire che l’aliquota IVA media ponderata sia pari almeno al 12%.

Con il nuovo regime, tutti i beni che attualmente beneficiano di aliquote diverse dall’aliquota normale potranno continuare a farlo.

Per quanto riguarda le PMI, attualmente gli Stati membri possono esentare dall’IVA le vendite delle piccole imprese a condizione che non superino un determinato volume d’affari annuo, che varia da un paese all’altro. Le PMI in crescita perdono l’accesso alle misure di semplificazione una volta superata la soglia di esenzione. Inoltre, tali esenzioni sono accessibili soltanto ai soggetti nazionali. Non vi è quindi parità di condizioni per le piccole imprese operanti all’interno dell’UE.

Le soglie di esenzione attuali sarebbero mantenute, ma le proposte introdurrebbero: una soglia di entrate di 2 milioni di euro in tutta l’UE al di sotto della quale le piccole imprese beneficerebbero di misure di semplificazione, a prescindere dal fatto che fruiscano già della franchigia IVA; la possibilità per gli Stati membri di dispensare tutte le piccole imprese ammissibili alla franchigia IVA dagli obblighi relativi all’identificazione, alla fatturazione, alla contabilità e alle dichiarazioni; una soglia di volume d’affari di 100 000 euro che consentirebbe alle imprese operanti in più di uno Stato membro di beneficiare della franchigia IVA.

In materia di lotta alle frodi IVA, la Commissione aveva già proposto il 30 novembre scorso misure di rafforzamento della cooperazione tra le amministrazioni .

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