IVA, No della Commissione all’Italia ad applicare il “reverse charge” per le forniture ai consorzi da parte dei loro membri

agenda_urbana_europeaIl 21 giugno è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’UE la comunicazione della Commissione al Consiglio con la quale la Commissione si oppone all’applicazione del meccanismo dell’inversione contabile alla cessione di beni e alla prestazione di servizi ai consorzi da parte dei consorziati.

L’Italia, come previsto dalla direttiva IVA 2006/112/CE, aveva chiesto, a luglio 2016, di poter introdurre una misura di deroga all’articolo 193 che la autorizzasse ad applicare il suddetto meccanismo di inversione contabile nel caso in cui ai pagamenti dell’amministrazione appaltante fatti al consorzio fosse applicato lo “split payment”.

L’entrata in vigore della misura, contenuta nella legge di Stabilità del 2016, era subordinata al via libera di Bruxelles e quindi non è mai avvenuta. Tale misura era fortemente voluta dall’ANCE che, proprio con riferimento all’applicabilità dello “split payment” in presenza di strutture consortili, aveva intrapreso le più opportune iniziative presso le competenti sedi, volte ad ottenere l’operatività dell’equivalente meccanismo del “reverse charge” nei rapporti di fatturazione interna tra consorzio ed imprese consorziate.

Secondo la Commissione, invece, “dal momento che il Governo Italiano non ha dimostrato la necessità della misura di deroga al fine di evitare le frodi o semplificare le procedure per i soggetti passivi e/o per le amministrazioni fiscali a norma dell’articolo 395 della direttiva IVA, la richiesta non soddisfa le condizioni di cui al suddetto articolo”.

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