Enti Locali

Covid & the city: Torino e Venezia le città con gli impatti economici maggiori

milano-1920x0-c-defaultAnalizzati per ANCI gli impatti del Covid-19 sui sistemi delle imprese delle città metropolitane, che complessivamente potrebbero perdere 321 miliardi di euro di fatturato nel biennio 2020-21 in caso di nuovi lockdown, quasi la metà del totale nazionale.

Le economie delle città metropolitane potrebbero risentire significativamente dell’impatto del Covid-19. Gli effetti negativi derivanti dall’emergenza sanitaria potrebbero causare nel prossimo biennio una perdita di fatturato dai 244 ai 320 miliardi di euro, a seconda dell’evoluzione del contagio. Gli impatti, molto significativi in tutte le città metropolitane, non saranno omogenei ma dipenderanno dalla specializzazione dei sistemi locali delle imprese: la perdita sarà relativamente maggiore a Torino e Venezia, mentre Catania e Bari saranno i sistemi meno esposti alle conseguenze del Covid.

E’ questo, in sintesi, lo spaccato che emerge da uno studio realizzato da Cerved per ANCI in cui si quantifica l’impatto del Covid-19 sulle imprese delle 14 città metropolitane italiane.

Lo studio utilizza l’impianto predittivo del Cerved Industry Forecast, con un’analisi granulare che monitora gli andamenti di oltre 1.600 settori sulla base di due scenari:

  • Uno scenario soft, di graduale ritorno alla normalità in cui si prevede una progressiva riapertura dell’economia a partire da maggio 2020, seppur in presenza di misure di contenimento dei contagi, e l’assenza di ulteriori periodi di lockdown.
  • Uno scenario hard, in cui si prevede la persistenza di una situazione emergenziale fino alla fine del 2020, con una ripartenza seguita da successivi periodi di lockdown.

il report pubblicato da Cerved

Next Generation EU: 750 miliardi in più per la ripresa dalla crisi COVID

logo commissione uePer mobilitare gli investimenti necessari a far fronte alla crisi COVID e per attuare la svolta verso un’economia verde e digitale, la Commissione europea ha proposto una duplice risposta:

  • Next Generation EU per aumentare il bilancio dell’UE con nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari per il 2021-2024;
  • Un bilancio a lungo termine rafforzato dell’Unione Europea per il 2021-2027.

Lo strumento Next Generation EU da 750 miliardi di euro (di cui 500 miliardi in sussidi a fondo perduto e 250 miliardi in prestiti agli Stati membri) e un bilancio dell’Unione Europea a lungo termine rafforzato per il 2021-2027 pari a 1100 miliardi porteranno la potenza di fuoco finanziaria totale del bilancio dell’Unione a 1850 miliardi di euroA questi vanno aggiunti 540 miliardi delle misure già approvate (SURE, il fondo europeo contro la disoccupazione; la linea del MES -Meccanismo europeo di stabilità- per il supporto contro la crisi da COVID; il Fondo di garanzia della BEI per i lavoratori e le imprese).

L’Italia, in base alle “allocation keys”, dovrebbe ricevere 172,7 miliardi di euro, di cui 81,807 miliardi a fondo perduto (grants) e 90,938 miliardi sotto forma di prestiti (loans). Le risorse saranno erogate secondo piani nazionali da concordare con la Commissione europea. In più l’Italia sarà libera di richiedere le risorse aggiuntive di SURE, MES e BEI.

Le risorse finanziarie reperite tramite Next Generation EU convoglieranno quindi verso i programmi dell’Unione nel rinnovato bilancio a lungo termine dell’UE.

Integrando gli sforzi nazionali, il bilancio dell’Unione sosterrà la ripresa socioeconomica garantendo condizioni di parità e sostenendo gli investimenti urgenti, in particolare nella transizione verde e digitale.

Next Generation EU reperirà risorse finanziarie grazie all’innalzamento temporaneo del massimale delle risorse proprie al 2,00 % del reddito nazionale lordo dell’UE, il che consentirà alla Commissione, forte del suo elevato rating creditizio, di contrarre sui mercati finanziari prestiti per 750 miliardi di euro. Questo finanziamento aggiuntivo sarà rimborsato dai futuri bilanci dell’UE: non prima del 2028 e non dopo il 2058.

Inoltre, al fine di rendere i fondi disponibili quanto prima per rispondere alle esigenze più pressanti, la Commissione propone di modificare l’attuale quadro finanziario pluriennale 2014-2020 per rendere disponibili ulteriori 11,5 miliardi di euro già nel 2020.

I fondi raccolti per Next Generation EU ne saranno incanalati in tre pilastri:

1. Sostegno agli Stati membri per investimenti e riforme:

- Un nuovo strumento di Ripresa e Resilienza di 560 miliardi di euro offrirà sostegno finanziario agli investimenti e alle riforme, anche in relazione alle transizioni verdi e digitali e alla resilienza delle economie nazionali, collegandole alle priorità dell’UE. Questo strumento sarà integrato nel semestre europeo. Sarà dotato di un meccanismo di sovvenzioni fino a 310 miliardi di euro e sarà in grado di coprire fino a 250 miliardi di euro di prestiti disponibili. Il sostegno sarà disponibile per tutti gli Stati membri, ma si concentrerà sui più colpiti e dove le esigenze di resilienza sono maggiori.

un aumento di 55 miliardi di euro degli attuali programmi della politica di coesione entro il 2022 nell’ambito della nuova iniziativa REACT-UE da stanziare sulla base della gravità degli impatti socioeconomici della crisi, compreso il livello di disoccupazione giovanile e la relativa prosperità degli Stati membri.
– una proposta per rafforzare il Fondo per la giusta transizione fino a 40 miliardi di euro, per assistere gli Stati membri nell’accelerare la transizione verso la neutralità climatica.

2. Avviare l’economia dell’Unione Europea incentivando gli investimenti privati:

-Un nuovo strumento di sostegno alla solvibilità mobiliterà risorse private per sostenere con urgenza le imprese europee economicamente sostenibili che operano nei settori, nelle regioni e nei paesi più colpiti. Può essere operativo dal 2020 e avrà un budget di 31 miliardi di euro, con l’obiettivo di sbloccare 300 miliardi di euro di supporto per la solvibilità delle aziende di tutti i settori economici e prepararle per un futuro più pulito, digitale e resiliente.
– Potenziare InvestEU, il programma di investimento europeo, fino a 15,3 miliardi di euro per mobilitare investimenti privati in progetti in tutta l’Unione.

-un nuovo strumento di investimento strategico integrato in InvestEU, per generare investimenti, grazie ad un contributo di 15 miliardi di euro da Next Generation EU, fino a 150 miliardi di euro per stimolare la resilienza dei settori strategici, in particolare quelli legati alla transizione verde e digitale, e le principali catene del valore nel mercato interno.

3. Affrontare le lezioni della crisi:

- Un nuovo programma sanitario, Eu4health, per rafforzare la sicurezza sanitaria e prepararsi alle  future crisi sanitarie con un bilancio di 9,4 miliardi di euro.
– Un importo di 94,4 miliardi di euro per il programma europeo Horizon, che sarà rafforzato per finanziare la ricerca vitale nel campo della salute, della resilienza e delle transizioni verdi e digitali.
– Sostenere i partner globali dell’Europa con un importo aggiuntivo di 16,5 miliardi di euro per l’azione esterna, compreso l’aiuto umanitario.
– Saranno rafforzati altri programmi dell’UE per allineare pienamente il futuro quadro finanziario alle esigenze di ripresa e alle priorità strategiche. Altri strumenti saranno rafforzati per rendere il bilancio dell’Unione più flessibile e reattivo.

Per entrare in vigore le misure proposte richiedono l’approvazione unanime da parte degli Stati membri e il voto favorevole del Parlamento europeo. In particolare è necessario che un accordo politico sia raggiunto entro luglio, in modo da consentire l’entrata in vigore degli strumenti all’inizio del 2021.
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Conversione decreto “Crescita”: procedure negoziate fino a soglia comunitaria in materia di edilizia

edilizia scolasticaLa legge 28 giugno 2019, n. 58 di conversione del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34 (cd Decreto “ Crescita”) –  entrata in vigore lo scorso 30 giugno 2019, cfr. News ANCE   36501 del 1° Luglio 2019 – ha introdotto, tra le altre cose, una serie di norme in materia di edilizia scolastica (art. 30 bis).
In particolare, al fine di garantire la messa in sicurezza degli edifici pubblici adibiti a uso scolastico, viene consentito agli enti locali, beneficiari di finanziamenti e contributi statali, di avvalersi, limitatamente al triennio 2019-2021 e nell’ambito della programmazione triennale nazionale (di cui al Decreto legge 12 settembre 2013, n. 104) della società Consip Spa, per agli acquisti di beni e servizi, e dell’agenzia Invitalia SPA, quanto all’affidamento dei lavori di realizzazione.
Tali enti sono tenute a pubblicare gli atti di gara entro novanta giorni dalla presentazione alle stesse, da parte degli enti locali, dei progetti definitivi.
Qualora questi non vi provvedano entro tale termine, gli enti locali possono affidare i lavori, anche di importo pari o superiore a 200.000 euro e fino a soglia comunitaria ( 5, 5 mln di euro), mediante procedura negoziata con consultazione, nel rispetto del criterio di rotazione degli inviti, di almeno quindici operatori economici, ove esistenti, individuati sulla base di indagini di mercato o tramite elenchi di operatori economici.
L’avviso sui risultati della procedura di affidamento dovrà contenere anche l’indicazione dei soggetti invitati.
In allegato, il testo del provvedimento in commento.

Emanate le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni

ministero-delle-infrastrutture-e-dei-trasportiÈ stato pubblicato sul Supplemento Ordinario n° 8 alla Gazzetta Ufficiale n° 42 del 20 febbraio 2018 il decreto del Ministro delle infrastrutture del 17 gennaio 2018 “Aggiornamento delle Norme Tecniche per le Costruzioni”.

Le nuove norme tecniche, che vanno ad aggiornare quelle del 14 gennaio 2008, entrano in vigore il 22 marzo prossimo, 30 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, con alcune eccezioni previste dalle disposizioni transitorie di cui all’art. 2 del decreto stesso.

È previsto, infatti, che per le opere pubbliche o di pubblica utilità in corso di esecuzione, si possono continuare ad applicare le norme previgenti fino al termine lavori ed al collaudo statico degli stessi, nel caso di contratti pubblici di lavori già affidati, nonché per i progetti definitivi o esecutivi già affidati prima dell’entrata in vigore delle nuove Norme tecniche delle costruzioni.

Per le opere private, si possono continuare ad applicare le norme previgenti fino all’ultimazione dei lavori ed al collaudo statico degli stessi, nel caso di opere strutturali in corso di esecuzione o per le quali sia già stato depositato il progetto esecutivo prima dell’entrata in vigore delle nuove NTC.

Le principali novità contenute nell’aggiornamento delle NTC

L’ottica di rivisitazione è stata improntata a chiarire alcune parti delle norme del 2008, ad aggiornare i riferimenti alle più recenti edizioni delle norme Uni/En, a dare una maggiore integrazione con la normativa comunitaria e con gli Eurocodici che costituiscono lo standard europeo per la progettazione delle strutture, a fornire maggiori indicazioni, in termini di verifiche progettuali da svolgere, per gli elementi secondari e per quelli non strutturali, a puntare ad aumentare la sicurezza delle costruzioni esistenti.

Proprio su tale aspetto, al capitolo 8, le nuove NTC introducono una importante novità soprattutto sul tema del “miglioramento sismico” degli edifici esistenti, prevedendo per questi edifici dei livelli di sicurezza più bassi rispetto a quelli dei nuovi edifici, accettando un miglioramento che arrivi almeno al 60% del valore di sicurezza che compete ad un nuovo edificio, nel caso costruzioni di Classe d’uso III ad uso scolastico e di Classe d’uso IV (Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti). Per Classi d’uso II e III (ad esclusione delle scuole di cui sopra), gli interventi di miglioramento dovranno comunque conseguire un valore di sicurezza almeno pari al 10% di quello previsto per le nuove costruzioni.

Anche nel caso di interventi di “adeguamento sismico” le nuove NTC apportano novità prevedendo, per alcune situazioni, che il coefficiente di sicurezza da conseguire post intervento non sia pari a quello che avrebbe una nuova costruzione ma che raggiunga almeno l’80% di tale valore.

Le novità apportate alla normativa sono importanti. In pratica c’è stato un cambio di impostazione rispetto alle precedenti norme, accettando che per le costruzioni esistenti su cui si interviene si possano richiedere livelli di sicurezza minori di quelli richiesti alle nuove costruzioni.

Anche il Capitolo 11, Materiali e prodotti per uso strutturale, presenta importanti novità legate agli aggiornamenti dei riferimenti in merito alla marcatura CE dei prodotti da costruzione in base al Regolamento UE n. 305/2011.

Per quanto riguarda il calcestruzzo, è stata aggiunta la parte relativa al calcestruzzo fibrorinforzato (FRC) per la realizzazione di elementi strutturali.

Dopo l’emanazione del decreto, si attendono altri due documenti tecnici necessari ad una corretta e completa applicazione della normativa: la circolare applicativa con le Istruzioni sulle NTC 2018 e le Appendici nazionali agli Eurocodici 2018.

A fronte di un quadro normativo così aggiornato, risulta indispensabile aggiornare la parte regolamentare contenuta nel DPR 380 del 2001, non più in linea con le necessità di velocizzazione e di certezza dei tempi di autorizzazione per le costruzioni in zona sismica.

Decreto norme tecniche costruzioni 17-01-2018

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Piano Casa regionale: le nuove proroghe

piano casaDal 2009, anno in cui fu sottoscritta l’Intesa Stato Regioni, ad oggi, quasi tutte le Regioni hanno optato per mantenere attivi i premi volumetrici per favorire gli interventi di ampliamento e di demolizione e ricostruzione degli immobili esistenti proponendo spesso integrazioni e aggiustamenti al fine di accrescerne le potenzialità.
Alcune Regioni (da ultimo il Lazio) hanno invece scelto, seppur con diverse modalità e caratteristiche, di rendere permanenti le misure incentivanti.
Tutti i piani casa regionali in scadenza lo scorso 31 dicembre 2017 sono stati prorogati.

Nel dettaglio:
In Abruzzo la legge regionale “Proroga di termini”  in corso di pubblicazione ha rinviato di un ulteriore anno (31/12/2018) la scadenza del Piano casa.
In Campania la proroga fino al 31/12/2019 è stata approvata con un emendamento alla Stabilità regionale approvata nei giorni scorsi.
Mega proroga in Molise dove si potranno presentare le domande fino al 31/12/2020 (LR n. 24 del 22/12/2017 pubblicata sul BUR n. 73 del 30/12/2017).
In Puglia la legge sul Piano casa (LR n. 14/2009) è stata, innanzitutto, modificata dalla LR n. 48 dell’1/12/2017 pubblicata sul BUR n. 136 del 4/12/2017 per consentire di adeguare la disciplina regionale al mutato quadro legislativo nazionale che ha introdotto la segnalazione certificata di agibilità.
E’ stato poi eliminato il riferimento alla Dia e sostituito con “Scia in alternativa al permesso di costruire”. La proroga dal 31/12/2017 al 31/12/2018 è stata disposta con la LR n. 51 dell’1/12/2017 pubblicata sul BUR n. 136 del 4/12/2017 al fine di estendere, per un ulteriore periodo, la possibilità di usufruire dei benefici premiali. E’ stato anche spostato al 1° agosto 2017 il termine temporale di “esistenza” dell’immobile su cui far valere tali benefici. Con l’articolo 5, infine, si propone una disposizione d’interpretazione autentica con valore retroattivo per chiarire che la data di presentazione dell’istanza (“entro il 31 dicembre …”), purché completa di ogni elemento, cristallizza la normativa di valutazione della stessa istanza a tale data, non potendo porsi a carico dell’istante, perché trattasi di norma temporanea, il tempo occorrente per l’espletamento del procedimento amministrativo previsto per il rilascio del titolo.
Per la Sardegna la proroga dal 31 dicembre 2017 al 30 giugno 2019 (LR n. 26 del 12/12/2017 pubblicata sul BUR n. 60 del 21/12/2017) è stata motivata dai ritardi nell’approvazione della nuova legge regionale sul governo del territorio e, quindi, dall’intenzione di mantenere attivi ancora per un periodo i bonus per l’ampliamento edilizio.
Nei box sottostanti si ricordano le diverse scadenze.

Regione
Scadenze
Abruzzo
31/12/2018
Campania
31/12/2019
Molise
31/12/2020
Basilicata
31/12/2018
Calabria
31/12/2018
Marche
31/12/2018
Piemonte
30/6/2018
Puglia
31/12/2018
Sardegna
30/6/2019 per gli ampliamenti
Sicilia
31/12/2018
Toscana
31/12/2018
Veneto
31/12/2018
 
In allegato, la scheda relativa alla Sicilia

Il Parlamento UE proroga il FEIS (Fondo Investimenti Strategici)

parlamento ue 2Il 12 dicembre il Parlamento europeo ha approvato la proroga del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) del Piano Juncker per altri tre anni, fino alla fine del 2020, con l’obiettivo di generare fino a un totale di 500 miliardi di investimenti.

Il Presidente della FIEC (Federazione Europea degli imprenditori edili) Jean-Louis Marchand ha espresso viva soddisfazione dopo la diffusione della decisione: ” E’ un’ottima notizia per tutto il nostro settore, sia per i grandi gruppi che per le piccole e medie imprese. La proroga del Piano dà reale fiducia ai potenziali investitori e valorizza il ruolo chiave dell’edilizia nel concretizzare il Piano Juncker e indirizzare le sfide sociali di lungo termine che l’Europa dovrà affrontare. Ma per consentire alle imprese di costruzioni – prosegue Marchand – di essere protagoniste economiche, occorre una stabile strategia di investimenti perchè senza di essa non vi sono né lavoro, né futuro. Prorogare e rinforzare il FEIS, così come i suoi strumenti attuativi, in particolare l’EIPP (Piattaforma Europea dei progetti e degli investitori) e l’EIAH (Polo Europeo di Consulenza sugli Investimenti), sono le chiavi di successo del Fondo.”

Il Presidente FIEC ha però avvertito che “è disperatamente necessario attirare gli investimenti privati, ma molte misure dell’Unione Europea non sono capaci di farlo, ed occorre, invece, utilizzare la spesa pubblica nel modo più intelligente ed efficiente”.

A tal proposito, la FIEC lamenta che solo il 9% dei progetti del FEIS sono destinati a investimenti nel settore delle infrastrutture di trasporto e, quindi, sarebbe auspicabile che vengano salvaguardate e rinforzate quelle linee di finanziamento UE indirizzate su questo ambito (come, ad esempio, Connecting Europe Facility e “Horizon 2020”)

Urban Innovative Actions (UIA). Lanciato il nuovo bando, scadenza 30-03-2018

logo_uia_2La Commissione europea ha lanciato il terzo bando dell’iniziativa Azioni urbane innovative.

In linea con le priorità tematiche dell’agenda urbana, l’iniziativa Azioni urbane innovative offre alle città dell’UE le risorse per finanziare progetti innovativi, con una dotazione complessiva di 372 milioni di Euro del FESR per il periodo 2014-2020.

L’allocazione finanziaria del terzo bando, pubblicato lo scorso 15 dicembre, è pari a 80 – 100 milioni di Euro.

La call for proposals è rivolta alle città, le quali possono candidarsi direttamente per ottenere finanziamenti UE per progetti urbani innovativi.

L’iniziativa invita i candidati a sviluppare progetti in quattro campi: adattamento al cambiamento climatico; qualità dell’aria; housing; lavoro e competenze nell’economia locale.

La scadenza per presentare proposte è il 30 marzo 2018 alle ore 14.00. Ulteriori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.uia-initiative.eu/en/call-proposals

Bilancio comunitario 2021-2027

parlamento ue 3Prosegue in questi giorni la discussione sulla proposta di quadro finanziario pluriennale 2021-2027, che la Commissione dovrebbe presentare nel prossimo mese di maggio, e rappresenterà un importante passo in avanti per la definizione delle finanze future dell’Unione europea. Su questo argomento, la Commissione ha già presentato la scorsa estate un Documento di riflessione sul futuro delle finanze Ue che delinea cinque scenari possibili.

Ciascuno di questi scenari avrebbe conseguenze diverse per quanto riguarda il livello di spesa, gli obiettivi perseguiti e l’origine dei fondi da utilizzare. Le opzioni vanno dalla riduzione della spesa per le politiche esistenti all’aumento delle entrate.

In questo contesto, importanti esponenti politici e tecnici hanno discusso del tema a Bruxelles l’8 e il 9 gennaio in occasione della Conferenza “Shaping Our Future – Designing the Next Multiannual Financial Framework”.

In questa sede, è emerso che la sfida del prossimo bilancio comunitario sarà quella di “fare di più con meno risorse”. Emerge infatti la necessità per l’UE di svolgere un ruolo più importante su alcuni temi centrali, come quelli delle migrazioni, della sicurezza interna ed esterna o della difesa.

L’Europa dovrebbe inoltre mantenere il suo ruolo guida sulla scena mondiale, in quanto importante donatore di aiuti umanitari e allo sviluppo e leader nella lotta al cambiamento climatico. Questi obiettivi devono essere raggiunti con un bilancio dell’UE destinato ad assottigliarsi con l’uscita del Regno Unito, che comporterà un taglio delle entrate di circa 13 miliardi all’anno.

Per fare fronte a questa situazione, la Commissione dovrebbe proporre di compensare il mancato contributo britannico per metà con tagli alla spesa e per metà con un aumento delle risorse proprie (Iva e dazi doganali).

Di conseguenza, un’importante riflessione riguarda gli elementi di base del bilancio dell’UE e le tendenze e gli sviluppi principali in settori chiave come la politica di coesione -i fondi strutturali europei-, le politiche per la competitività e l’occupazione (Horizon, Erasmus, ecc) o l’agricoltura, che potrebbero essere ridisegnate e/o subire tagli.

L’obiettivo è di trovare un accordo unanime nel Consiglio europeo entro giugno 2019, subito dopo la Brexit, prevista per marzo dello stesso anno.

Linee guida per la progettazione in materia di dissesto idrogeologico

copertina linee guida rischio idrogeologicoSono online (http://italiasicura.governo.it/site/home/dissesto/linee-guida.html) le “Linee guida per la progettazione in materia di dissesto idrogeologico”.
Il documento-vademecum, sviluppato dalla Struttura di Missione governativa Italiasicura, è stato discusso a Roma nel corso dell’evento “Progettare l’Italia sicura” da 144 esperti, tra esponenti delle Istituzioni di Governo, degli Enti Locali e del Parlamento, professori universitari, rappresentanti degli istituti scientifici e di ricerca, reti delle professioni, associazioni di categoria.
Le linee guida si pongono un obiettivo ambizioso, quello di fornire un documento di indirizzo, un agile supporto ai professionisti ed alle amministrazioni in materia di programmazione e progettazione degli interventi per la prevenzione di frane e alluvioni.
Le “Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico” sono state realizzate nella consapevolezza che collaborazione proattiva dei territori, polifunzionalità degli interventi e integrazione delle diverse strategie di mitigazione del rischio sono necessarie per ottenere buoni risultati in un settore, come quello della prevenzione, che interessa di fatto tutti i cittadini.
Il documento si articola in 12 schede sintetiche, relative agli aspetti che maggiormente incidono sull’efficacia degli interventi, ovvero:
  1. Valutazione del rischio ed esplicitazione dei criteri di gestione
  2. Valutazione comparata delle diverse opzioni tecniche, attraverso metodi anche semplificati di analisi costi/benefici
  3. Coerenza dell’intervento con la pianificazione e programmazione vigente
  4. Analisi sistemica – aspetti spaziali con particolare riguardo ai fenomeni indotti e al non aggravio del rischio alla scala del bacino  idrografico
  5. Analisi sistemica – aspetti temporali e verifica sull’intero ciclo di vita dell’intervento
  6. Specifiche valutazioni di carattere idrologico e idraulico-fluviale
  7. Specifiche valutazioni di carattere geologico, geotecnico e per interventi di contrasto a fenomeni valanghivi
  8. Effetti dell’intervento sulla morfodinamica fluviale, costiera e di versante
  9. Effetti dell’intervento sull’ecosistema fluviale, ripario e costiero e sulla qualità delle acque
  10. Effetti sociali ed economici dell’intervento
  11. Considerazioni relative alla resilienza dell’intervento, anche nei confronti di scenari di cambiamento climatico
  12. Codifica e inquadramento georeferenziato dei dati e delle informazioni qualificanti l’intervento

Periferie, prorogati i lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta

CAMERA_DEPUTATIContinua a restare alta l’attenzione sulle città: mentre il Governo porta avanti l’attuazione del Piano aree degradate (2015) e del Programma straordinario periferie (2016) e l’idea di rilanciare una Agenda urbana nazionale, la Camera dei Deputati ha prorogato la durata della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie (vedi anche News ANCE n. 25588 del 24/08/2016 Città e periferie: al via la Commissione di inchiesta su sicurezza e degrado).
Con la Delibera 21 novembre 2017 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 277 del 27/11/2017) la Camera ha infatti prorogato fino alla fine della attuale legislatura il termine di conclusione dei lavori della Commissione – inizialmente stabilito in un anno dalla sua costituzione e cioè dal 25 novembre 2016 – che così beneficerà di un tempo ulteriore per la redazione della relazione finale sulle indagini svolte.
La Commissione nel primo anno di attività ha proceduto sulla base di un programma di lavoro strutturato su quattro aree prioritarie di indagine le quali hanno riguardato: la rigenerazione sociale; la rigenerazione urbana; la sicurezza; le modalità di erogazione e di utilizzo dei fondi destinati al recupero delle aree periferiche delle città dalle leggi di bilancio per gli anni 2016 e 2017.
Si ricorda che anche l’Ance è stata audita dalla Commissione d’inchiesta il 21 febbraio 2017 alla quale ha ribadito la necessità di approvare una normativa che consenta di operare a regime proprio con l’obiettivo di rigenerare quelle parti di città caratterizzate da degrado, scarsa qualità, immobili insicuri dal punto di vista strutturale e magari obsoleti e privi di qualità architettonica, destinazioni d’uso incongrue.

In allegato la Delibera della Camera dei Deputati 21 novembre 2017

Delibera camera deputati