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PNRR: scelte concrete, partendo da progetti e risorse. Le richieste di ANCE in audizione al Senato

resilienza-italia-europa-pnrr-piano-nazionale-rilancio-e-resilienza-vittorio-baroni-studiobaroni.info_Si è svolta il 1° ottobre scorso l’audizione informale dell’ANCE presso le Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell’Unione europea del Senato, nell’ambito dell’esame della Proposta di linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Atto n. 572). L’audizione fa seguito a quelle svolte alla Camera dei Deputati sulle priorità di utilizzo del Recovery Fund, presso le Commissioni Ambiente e Attività produttive.

Il Presidente Buia ha ricordato, in premessa, che il Next generation EU, strumento che l’Europa, con grande impegno da parte dell’Italia, ha adottato a metà luglio, è come dice chiaramente anche il titolo, rivolto alle generazioni future e per questo motivo non può che essere utilizzato per rivoluzionare il Paesesciogliendo i nodi e cominciando a sradicare i vincoli  che lo tengono ingessato da anni.

Al riguardo, ha ribadito l’urgenza di una vera  politica di rilancio, di svolta per le prossime generazioni.  Oltre ad intervenire in emergenza sulle misure di sostegno e di assistenza, occorre creare lavoro, investire nel futuro e rimettere in moto il Paese. I giovani stanno infatti pagando il prezzo più elevato di questa crisi: perdita di occupazione, formazione a singhiozzo, pochi investimenti, nessun futuro.

Ha, quindi, richiamato il ruolo dell’edilizia che può rivelarsi determinante per consentire una nuova visione di Paese, costruendo il bene sociale, creando occupazione e contribuendo alla trasformazione dell’economia nella direzione della sostenibilità.

Al riguardo, ha illustrato cinque principali linee d’azione per raggiungere questo obiettivo:

Piano di manutenzione del territorio e delle infrastrutture

E’ prioritario intervenire con un grande piano di manutenzione del territorio e delle infrastrutture. Un programma di interventi diffusi, un “Piano Italia” orientato alla sostenibilità, che comprenda interventi per l’attenuazione dei rischi naturali, idrogeologico e sismico, e interventi nelle “infrastrutture sociali” necessarie per gestire la crescente domanda di servizi sociali: sanità, istruzione, edilizia abitativa e mobilità. Senza dimenticare le reti di collegamento, ferroviarie e stradali, necessarie per rilanciare la competitività e ridurre il divario tra le diverse aree del Paese (Mezzogiorno). Per tutto questo è imprescindibile l’introduzione di  meccanismi strutturali di accelerazione della spesa, rafforzare la capacità amministrativa e il taglio dei tempi morti della burocrazia. Al riguardo, l’Ance ha formulato da tempo proposte concrete. In primis è necessario tagliare i troppi centri decisionali e posti di potere. Occorre mettere fine alla giungla dei programmi e delle procedure ministeriali (12 in totale!) e alla babele dei pareri e veti incrociati delle Amministrazioni nell’attivazione delle risorse, creando un unico canale di finanziamento, attraverso: assegnazione delle risorse entro un tempo limitato e certo; avvio dell’opera entro un termine perentorio pena la perdita dei finanziamenti; realizzazione dell’opera secondo un cronoprogramma definito e vincolante; attivazione di meccanismi premiali, in termini di ulteriori finanziamenti a tassi di favore, per quelle stazioni appaltanti che riescono effettivamente a contabilizzare i lavori in tempi rapidi.

Si tratta di un modello di successo già sperimentato che ha permesso di spendere il 95% dei fondi stanziati per opere dei Comuni. Ulteriore elemento fondamentale per accelerare le decisioni è rappresentato dall’utilizzo di poteri sostitutivi, ad esempio della Presidenza del Consiglio per le Conferenze dei servizi. Ha, altresì, illustrato il caso emblematico delle scuole, per le quali, con le procedure ordinarie, dopo 5 anni, si è riusciti a spendere solo il 35% delle risorse (1,2 miliardi su 3,4 stanziati).

Piano nazionale di rigenerazione urbana

Occorre un grande Piano di rigenerazione urbana, da almeno 5 miliardi di euro, che permetta di trasformare le nostre città adattandole ai fabbisogni moderni della società. Occorre una strategia nazionale per uno sviluppo urbano sostenibile con: rigenerazione urbana definita come di Pubblico interesse e da attuarsi attraverso interventi finalizzati a migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini salvaguardando clima, consumo di suolo, sicurezza del territorio; istituzione una Cabina di regia nazionale per coordinare i finanziamenti e le procedure; spazio urbano di qualità: con il superamento delle rigidità del DM 1444/68 e di tutte le norme che condizionano la rigenerazione; costruzione di procedure efficienti e stabilire tempi certi.

Piano industriale per la digitalizzazione delle costruzioni e della PA

E’ necessario prevedere al più presto un Piano edilizia 4.0 dedicato, stante la specificità dell’unità produttiva del settore edile: non la fabbrica ma il cantiere. Al fine di migliorare la qualità dei processi e dei prodotti dobbiamo avere strumenti per le nostre imprese. Non è più rimandabile l’adozione di una piattaforma digitale nazionale per le costruzioni. A tal fine è stato proposto al MISE, insieme a tutta la filiera delle costruzioni, un Piano industriale a supporto del settore delle costruzioni per accompagnarlo nella transizione digitale, l’economia circolare, la decarbonizzazione e la legalità.

Politica fiscale strutturale: no agli interventi a tempo

La proroga almeno triennale del superbonus 110% rappresenta un elemento centrale della riforma del sistema fiscale orientata alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Ma la vera conquista sarebbe assicurare a questo strumento una durata di medio lungo periodo. Occorre, infatti, una politica strutturale che favorisca la riqualificazione urbana, l’economia circolare e l’efficienza energetica usando in modo virtuoso la leva fiscale. Inoltre occorre pensare a una fiscalità per il bene casa: il lockdown che ha costretto famiglie, giovani e anziani a rinchiudersi in casa per mesi ha messo in evidenza tutti i problemi legati a abitazioni sempre più vetuste, inadeguate negli spazi e nei servizi. Occorre promuovere concretamente un processo di sostituzione edilizia e di accesso alle nuove abitazioni più efficienti e adeguate alle nuove esigenze.

Politiche attive per il lavoro

Occorre promuovere una politica attiva del lavoro: un percorso di formazione continua, con sostegno economico per i lavoratori e incentivi per le imprese che li assumono, agevolando, in tal modo, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Così come vanno destinate risorse alle imprese che investono nella formazione continua delle proprie maestranze, introducendo, ad esempio, specifiche misure di detassazione e decontribuzione delle ore destinate alla formazione professionale.

In conclusione il Presidente ha evidenziato come quella del Next Generation EU debba essere dunque una sfida improntata all’oggi e al futuro non a proteggere rendite di posizione e diritti acquisiti sulle spalle delle nuove generazioni, delle fasce deboli e della competitività del Paese.

SURE: la Commissione UE presenta al Consiglio proposte per un sostegno al lavoro di € 81,4 miliardi

europeancommissionPer far fronte alla crisi economica causata dalla pandemia da Coronavirus, l’Unione europea ha previsto diversi strumenti di ripresa e sostegno alle economie degli Stati membri, tra queste vi è SURE, strumento volto a preservare l’occupazione. La Commissione Europea ha presentato il 24 agosto 2020 al Consiglio europeo una proposta dal valore di 81,4 miliardi di euro: solo dopo l’ok del Consiglio Europeo, gli aiuti saranno erogati agli Stati membri destinatari sotto forma di prestiti con interessi agevolati.

Dopo aver consultato gli Stati membri che ne hanno presentato richiesta e valutato le loro proposte, la Commissione ha deciso di proporre al Consiglio Europeo il seguente stanziamento di fondi a 15 Stati membri:

Belgio 7,8 miliardi di €
Bulgaria 511 milioni di €
Cechia 2 miliardi di €
Grecia 2,7 miliardi di €
Spagna 21,3 miliardi di €
Croazia 1 miliardo di €
Italia 27,4 miliardi di €
Cipro 479 milioni di €
Lettonia 192 milioni di €
Lituania 602 milioni di €
Malta 244 milioni di €
Polonia 11,2 miliardi di €
Romania 4 miliardi di €
Slovacchia 631 milioni di €
Slovenia 1,1 miliardi di €

Tra i 15 Stati membri destinatari del sostegno figura l’Italia, per la quale è prevista la quota più alta di fondi, pari a 27,4 miliardi di euro, seguita poi dalla Spagna con 21,3 miliardi di euro.

I fondi erogati dall’Unione europea permetteranno agli Stati membri di affrontare aumenti repentini della spesa pubblica per sostenere l’occupazione. In particolare, concorreranno a coprire i costi direttamente connessi al finanziamento di regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo (Cassa Integrazione) e di altre misure simili, rivolte soprattutto ai lavoratori autonomi, introdotte in risposta alla pandemia di Coronavirus.

Semplifichiamo!: pubblicati gli esiti della consultazione pubblica

Semplifichiamo_Report_29giugno2020_DEF.pdf_extract_Page_1Pubblicati gli esiti della consultazione pubblica “Semplifichiamo!” promossa dal Ministro per la pubblica amministrazione che ha raccolto “storie”, segnalazioni di problemi e proposte di semplificazione provenienti da cittadini e imprese  nell’ ambito della piattaforma www.partecipa.gov.it .

Obiettivo della consultazione era quello di raccogliere indicazioni utili per la predisposizione di un “pacchetto” di azioni rapide di semplificazione e per la definizione della nuova Agenda per la semplificazione.

Nella consultazione sono pervenute 130 segnalazioni di complicazioni burocratiche e proposte di soluzioni che hanno costituito la base per definire una classifica delle principali complicazioni segnalate dai cittadini e dalle imprese.

Al primo posto tra le indicazioni provenienti dai cittadini e dalle imprese c’è l’attuazione del principio “once only” (la PA non deve più chiedere informazioni in possesso delle amministrazioni) accelerando i processi di digitalizzazione e assicurando l’interoperabilità delle banche dati. Su questo il report  fa presente che  la proposta è già divenuta legge con l’articolo 264 del decreto legge “Rilancio” (DL 19 maggio 2020, n.34 ora convertito in Legge 77/2020). Tra le altre complicazioni:

COMPLICAZIONE

% DI CONTRIBUTI

1. Troppi dati da comunicare, più volte

30%

2. Procedure, servizi e pagamenti non digitalizzati

30%

3. Scarsa chiarezza delle regole e delle procedure

13%

4. Tempi delle procedure troppo lunghi

12%

5. Troppi titoli abilitativi e adempimenti in edilizia

8%

6. Adempimenti eccessivi e sproporzionati

7%

7. Altro

1%

Nel settore dell’edilizia sono stati segnalati l’esistenza di “troppi titoli abilitativi e le incertezze legate ai lavori di ristrutturazione o alla necessità, per professionisti e imprese, di districarsi tra differenti obblighi esistenti tra i Comuni”.

In allegato il Report della Consultazione Pubblica “Semplifichiamo”

Semplifichiamo_Report_29giugno2020_DEF

Il Superbonus al 110% diventa legge, l’ANCE pubblica la guida operativa

superbonusIl Superbonus al 110% diventa legge. Con la conversione del cd. Decreto Rilancio, approvato, ieri, in seconda lettura dal Senato, le nuove agevolazioni potenziate al 110% per i lavori di risparmio energetico, messa in sicurezza sismica e per il fotovoltaico, fruibili dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021, entrano a pieno regime.

L’ANCE pubblica la prima Guida Operativa sui Superbonus potenziati, che verrà progressivamente aggiornata alla luce dei prossimi provvedimenti attuativi.

Guida Operativa sui Superbonus potenziati_17-07-2020

Decreto Rilancio – Passaggio al Senato – Le novità per il Superbonus

superecobonusApprovato dalla Camera in prima lettura, mediante voto di fiducia, il DDL di conversione del DL 34/2020 (cd. DL Rilancio), che, oltre ad ulteriori modifiche, riscrive le disposizioni relative alle detrazioni potenziate al 110% – cd. Superbonus, per i lavori edili e interviene sulle regole della cessione e dello sconto in fattura.

Tra le novità d’interesse per il settore delle costruzioni, l’estensione dell’ambito applicativo dell’Ecobonus maggiorato anche per gli interventi di demolizione e ricostruzione, definiti come ristrutturazione edilizia, la possibilità di esercitare l’opzione per la cessione o per lo sconto da Superbonus ad ogni stato avanzamento lavori (SAL) e in relazione alla singola fattura emessa, e la precisazione che al fornitore che opera lo sconto spetta l’intera detrazione riconosciuta al beneficiario.

Il Provvedimento passa ora al Senato (DDL 1874/S) per la seconda lettura, in vista dell’approvazione definitiva e della successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, attesa per il prossimo 18 luglio 2020.

Con il passaggio alla Camera sono, dunque, stati emendati gli articoli 119 e 121, e sono state introdotte alcune importanti novità rispetto al testo di partenza del decreto legge 34/2020.

Di seguito si riportano le principali novità in materia di agevolazioni potenziate per i lavori edili (cd. Superbonus al 110%).

 principali modifiche apportate all’art. 119

Ecobonus potenziato:

  • sono stati rimodulati i limiti massimi di spesa per gli interventi agevolati con l’Ecobonus al 110%, prevedendone una differenziazione in funzione del numero delle unità che compongono l’edificio condominiale e dettagliando anche l’ipotesi di interventi effettuati su edifici unifamiliari o unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti e con accessi autonomi dall’esterno (cd. villette a schiera).
    In linea generale, i massimali si riducono all’aumentare del numero delle unità che compongono il fabbricato e, per ciascun intervento quello più elevato viene comunque ridotto rispetto a quanto previsto attualmente dall’art.119 (per l’isolamento termico, il massimo passa dal 60.000 per unità a 50.000 e, per gli impianti, da 30.000 per unità a 20.000 per unità);
  • gli interventi potenziati sono stati estesi a ulteriori impianti di riscaldamento e/o produzione di acqua calda;
  • viene precisato che se l’edificio è sottoposto ad almeno uno dei vincoli del «Codice dei beni culturali e del paesaggio», o gli interventi «potenziati» siano vietati da regolamenti edilizi, urbanistici e ambientali, la detrazione potenziata da Ecobonus si applica a tutti gli interventi di risparmio energetico «trainati» anche in assenza degli interventi «trainanti».
  • viene chiarito che accedono alla detrazione potenziata anche gli interventi di demolizione e ricostruzione, definiti come ristrutturazione edilizia (art.3, co1, lett.d, DPR 380/2001). Sono quindi consentiti gli interventi di demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica e quelli volti al ripristino di edifici, o parti di essi, eventualmente crollati o demoliti, attraverso la loro ricostruzione, purché sia possibile accertarne la preesistente consistenza.
  • solo per gli IACP (comunque denominati, nonché gli enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti Istituti)  la detrazione potenziata è stata estesa temporalmente al 30 giugno 2022;

Fotovoltaico potenziato

  • viene esteso il Superbonus per il fotovoltaico anche alla quota di spesa corrispondente alla potenza massima di 20 kW, riferita all’installazione degli impianti fino a 200 kW, da parte di comunità energetiche rinnovabili costituite in forma di enti non commerciali o da parte di condomìni, in presenza di requisiti specifici;

Sismabonus potenziato

  • la detrazione al 110% è stata estesa anche alla realizzazione di sistemi di monitoraggio continui dell’edificio, a condizione che sia eseguita congiuntamente al Sismabonus  e nel rispetto dei limiti di spesa previsti (96.000 euro);
     

Beneficiari e immobili

  • tra i beneficiari vengono incluse le ONLUS e le società sportive   dilettantistiche, limitatamente ai lavori destinati ai soli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi, con esclusione degli immobili di impresa;
  • per le persone fisiche viene eliminata eliminazione della destinazione ad abitazione principale delle unifamiliari, ma viene introdotto il vincolo di accesso all’Ecobonus potenziato (non anche al Sismabonus) per sole 2 unità immobiliari, fermo restando gli interventi effettuati su parti comuni;
  • vengono esclusi da tutti i bonus maggiorati le unità immobiliari accatastate in una delle categorie A1 A8 e A9 (cd. Abitazioni di lusso).

Cessione/sconto:

  • viene previsto che l’opzione per la cessione o per lo sconto può essere presentata anche tramite i soggetti che rilasciano il visto di conformità.
  • ai fini delle cessione/sconto del Sismabonus al 110%, viene previsto che i soggetti che rilasciano il visto di conformità verificano la presenza delle asseverazioni e delle attestazioni rilasciate dai professionisti incaricati;
  • sia per l’Ecobonus che per il Sismabonus, viene previsto che l’asseverazione sul rispetto dei requisiti tecnici e della congruità delle spese può essere rilasciata al termine dei lavori oppure per singolo SAL;
  • per l’attestazione della congruità delle spese, si rinvia al DM che doveva essere emanato ai sensi dell’art.14, co.3ter, del DL 63/2013 (mai emanato) e, nelle more di questo, si fa riferimento ai prezzari regionali, ai listini ufficiali o di quelli locali delle camere di commercio, o ai prezzi di mercato in base al luogo di realizzazione degli interventi.

principali modifiche apportate all’art. 121

  • viene precisato che il credito di imposta spettante al fornitore che opera lo sconto è pari alla detrazione originariamente spettante al beneficiario indipendentemente dal livello dello sconto applicato. Inoltre, lo sconto in fattura può essere operato anche da una pluralità di fornitori che abbiano concorso all’effettuazione degli interventi che danno titolo alla detrazione;
  • viene precisato che la trasformazione della detrazione in credito di imposta opera solo nel caso della sua cessione ad altri soggetti;
  • con riferimento all’opzione per la cessione/sconto, viene prevista la possibilità di esercizio ad ogni stato avanzamento lavori in relazione alla singola fattura emessa. Tuttavia, per gli interventi di cui all’art. 119 (agevolati con i bonus potenziati), nel caso di opzione per la cessione o per lo sconto, gli stati di avanzamento dei lavori rilevanti non possono essere più di 2 per ciascun intervento e, in ogni caso, che ciascuno stato di avanzamento deve riferirsi ad almeno il 30% del medesimo intervento;
  • con riferimento all’utilizzo dei crediti ceduti viene introdotta una deroga all’art.31, co. 1, del DL 78/2010, che reca un divieto di compensazione dei crediti relativi alle imposte erariali in presenza di debiti iscritti a ruolo di ammontare superiore a 1.500 euro. Viene confermato, inoltre, che, per la compensazione dei crediti non opera il limite dei 700.000 euro annui (innalzati a 1 milione di euro per il 2020) e che la quota di credito non utilizzata nell’anno non può essere riportata negli anni successivi e non può essere chiesta a rimborso;
  • con riferimento al provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate contenente le disposizioni attuative dell’art.121 ne viene posticipata l’emanazione a 30 giorni dalla legge di conversione.

articoli 119 e 121

Webinar “Pagamenti debiti P.A.: le opportunità del Decreto Rilancio” – Tutti i materiali

WEBINAR1.qxp_Layout 1Si è tenuto il 16 giugno u.s. un webinar su “Pagamenti debiti P.A.: le opportunità del Decreto Rilancio”, al quale è intervenuta la Cassa Depositi e Prestiti.

I lavori sono stati introdotti dal Vice Presidente Ance, Rodolfo Girardi, che ha ripercorso l’importante azione associativa svolta dall’Ance sul tema dei ritardati pagamenti della PA.

E’, poi, intervenuto, Tommaso Sabato, Direttore della Direzione Infrastrutture e Pubblica Amministrazione di CDP, che ha illustrato l’attività che CDP svolge per le P.A. e per le infrastrutture, e ha introdotto le recenti misure, previste nel Decreto Legge Rilancio (DL 34/2020) per il pagamento dei debiti arretrati della PA.

Successivamente, dopo una panoramica del problema dei ritardati pagamenti della PA nel settore delle costruzioni, sono state illustrate, nel dettaglio, le modalità operative che gli enti territoriali dovranno attuare per avere accesso dell’importante anticipazione di liquidità, disposta all’articolo  115 del Decreto Legge 34/2020, che consentirà il pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili, maturati al 31 dicembre 2019, per complessivi 12 miliardi di euro.

Attraverso questa iniziativa, l’Ance, al fianco di Cassa Depositi e Prestiti, ha voluto promuovere attivamente gli strumenti che il Governo ha messo in campo per sostenere finanziariamente gli enti e, di conseguenza, anche le imprese creditrici, duramente colpiti dall’emergenza sanitaria in corso.

Vai al video dell’evento

In allegato sono disponibili tutti i materiali dell’evento

Presentazione ANCE_Pagamenti PA

Presentazione CDP_Anticipazione Liquidità MEF 2020

Recovery Plan UE: il piano di investimenti europeo per la ripresa

logo commissione ue

L’Unione Europea, sin dal principio della crisi, ha adottato diverse misure per supportare gli Stati membri con ingenti risorse derivanti in particolare: dal fondo europeo di sostegno all’occupazione SURE, da cui l’Italia dovrebbe ricevere circa 20 milioni di euro; dalla linea del MES per la gestione della crisi da COVID-19, di cui 36 miliardi saranno destinati all’Italia; dal Fondo di garanzia della BEI per i lavoratori e le imprese.

Oltre alle misure già adottate, per contribuire alla riparazione dei danni economici e sociali causati dalla pandemia e al rilancio dell’economia europea, la Commissione ha proposto un massiccio piano per la ripresa basato su due strumenti principali:

  • Next generation EU da 750 miliardi di euro raccolti sui mercati, di cui 500 a fondo perduto e 250 di prestiti a lunga scadenza.
  • Bilancio pluriennale dell’UE il periodo 2021-2017, che sarà rafforzato e portato ad un totale 1.100 miliardi di euro.

Per via dell’impatto maggiore della pandemia da Covid-19 sull’Italia, secondo le prime stime, al nostro paese dovrebbe toccare la fetta maggiore di risorse con circa 172 miliardi di euro: 81,8 miliardi a fondo perduto e 90,9 miliardi di prestiti.

Lo strumento principale di Next Generation EU sarà la “Recovery and Resilience Facility”. Per accedere a quest’ultima gli Stati membri dovranno presentare dei ‘Piani per la ripresa e la resilienza’, con dettagliati obiettivi di spesa, ai quali andranno gran parte delle risorse.

I ‘Recovery Plan’ nazionali verranno approvati dalla Commissione, dopo una procedura di consultazione degli Stati membri (Consiglio). E’ prevista una forma di ‘condizionalità’ in merito alla corretta gestione dei fondi da parte dei paesi beneficiari. In particolare, sarà verificato il rispetto, negli obiettivi di spesa, delle priorità della Commissione riguardo al ‘Green Deal’ e alla transizione digitale, e l’attuazione delle riforme strutturali chieste nelle ‘Raccomandazioni specifiche per paese’ del ‘semestre europeo’.

I finanziamenti saranno erogati in tranche successive che verranno sbloccate dopo la verifica del corretto uso dei fondi già versati e dovranno essere utilizzati in un arco temporale di 4 annidal 2021 al 2024.

Le misure mobiliteranno un totale di 1.800 miliardi di euro pronti a far ripartire l’Europa e i suoi Stati membri.

Il percorso di approvazione, però, si annuncia complicato e, per partire all’inizio del 2021, sarà fondamentale raggiungere un rapido accordo politico in seno al Consiglio Europeo entro l’estate.

In allegato una presentazione sintetica delle misure proposte dalla Commissione.

200612-ANCE-Piano di rilancio europeo

Ance, Split Payment: proroga atto scellerato

buia presidenteLa richiesta di proroga dello split payment che il Governo avrebbe avanzato a Bruxelles è un deliberato atto contro le imprese a cui si continua a togliere liquidità: Italia fanalino di coda Ue per rimborsi Iva. “Se veramente sarà confermata, la richiesta di proroga che il Governo avrebbe avanzato in Europa, sarà l’ennesima prova che invece di voler aiutare le imprese si fa di tutto per farle chiudere, soprattutto in questo momento”, dice senza mezzi termini il Presidente Ance, Gabriele Buia.

“Se questo è lo spirito che anima il Governo negli Stati generali dell’economia che si aprono oggi allora non c’è da stare tranquilli”, commenta Buia. “Sono anni che ci battiamo per l’eliminazione di una norma ingiusta che drena 2,5 mld all’anno alle imprese con la scusa che si vuole combattere l’evasione: balle! Serve solo per fare cassa e subito a danno di tante imprese oneste”. 

Infatti, con l’entrata in vigore della fatturazione elettronica, che consente di controllare in modo capillare i versamenti, è venuta meno anche la motivazione originaria che aveva spinto 5 anni fa il legislatore ad adottare questa misura che peraltro a detta di Bruxelles doveva e poteva avere solo carattere temporaneo. Inoltre, visto che l’Italia è fanalino di coda dell’Ue per rimborso Iva (63 settimane di media contro quella europea di 16) significa che le imprese dovranno aspettare anni per riavere il proprio credito. “E’ evidente che si vuol far pagare ancora una volta alle imprese i costi sostenuti dallo Stato: con una mano ci danno liquidità, peraltro in tempi lunghi e in modo non efficiente, e con l’altra ce la tolgono subito”.

“Una decisione”, continua Buia, “che appare del tutto in contrasto con quanto previsto anche nei programmi elettorali delle forze di maggioranza e dal Premier stesso in tutte le occasioni pubbliche e di fronte alla quale non siamo disposti a stare con le mani in mano”. Per le imprese che stanno affrontando con coraggio questa durissima crisi rappresenterebbe infatti “una mazzata finale ingiustificata e peraltro illegittima. Mi chiedo come l’Europa potrà approvare l’ennesima proroga di una misura che doveva già essere accantonata da tempo: di questo passo non resterà in piedi un’impresa in grado di costruire infrastrutture!” 

Covid & the city: Torino e Venezia le città con gli impatti economici maggiori

milano-1920x0-c-defaultAnalizzati per ANCI gli impatti del Covid-19 sui sistemi delle imprese delle città metropolitane, che complessivamente potrebbero perdere 321 miliardi di euro di fatturato nel biennio 2020-21 in caso di nuovi lockdown, quasi la metà del totale nazionale.

Le economie delle città metropolitane potrebbero risentire significativamente dell’impatto del Covid-19. Gli effetti negativi derivanti dall’emergenza sanitaria potrebbero causare nel prossimo biennio una perdita di fatturato dai 244 ai 320 miliardi di euro, a seconda dell’evoluzione del contagio. Gli impatti, molto significativi in tutte le città metropolitane, non saranno omogenei ma dipenderanno dalla specializzazione dei sistemi locali delle imprese: la perdita sarà relativamente maggiore a Torino e Venezia, mentre Catania e Bari saranno i sistemi meno esposti alle conseguenze del Covid.

E’ questo, in sintesi, lo spaccato che emerge da uno studio realizzato da Cerved per ANCI in cui si quantifica l’impatto del Covid-19 sulle imprese delle 14 città metropolitane italiane.

Lo studio utilizza l’impianto predittivo del Cerved Industry Forecast, con un’analisi granulare che monitora gli andamenti di oltre 1.600 settori sulla base di due scenari:

  • Uno scenario soft, di graduale ritorno alla normalità in cui si prevede una progressiva riapertura dell’economia a partire da maggio 2020, seppur in presenza di misure di contenimento dei contagi, e l’assenza di ulteriori periodi di lockdown.
  • Uno scenario hard, in cui si prevede la persistenza di una situazione emergenziale fino alla fine del 2020, con una ripartenza seguita da successivi periodi di lockdown.

il report pubblicato da Cerved