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Solidarietà Ance Messina a Rosario Fresta, presidente costruttori catanesi

ricciardelloIl Presidente di Ance Messina Pippo Ricciardello, insieme all’intero Consiglio Generale, manifesta la massima vicinanza a Rosario Fresta, presidente di Ance Catania, per il vile atto intimidatorio subito qualche giorno fa dall’imprenditore in un cantiere edile a Ravanusa. “Tutta la nostra Associazione desidera esprimere solidarietà al collega Fresta – si legge nella nota di Ance Messina – che ha dovuto subire l’incendio di un mezzo d’opera e, al di là del danno materiale, diciamo a Rosario di non mollare di un centimetro di fronte ai tentativi di condizionamento nelle attività economiche, da parte della criminalità organizzata. La legalità deve sempre prevalere e le nostre organizzazioni di categoria sono un baluardo indispensabile per ogni impresa in questa lotta quotidiana”.

Ance, Split Payment: proroga atto scellerato

buia presidenteLa richiesta di proroga dello split payment che il Governo avrebbe avanzato a Bruxelles è un deliberato atto contro le imprese a cui si continua a togliere liquidità: Italia fanalino di coda Ue per rimborsi Iva. “Se veramente sarà confermata, la richiesta di proroga che il Governo avrebbe avanzato in Europa, sarà l’ennesima prova che invece di voler aiutare le imprese si fa di tutto per farle chiudere, soprattutto in questo momento”, dice senza mezzi termini il Presidente Ance, Gabriele Buia.

“Se questo è lo spirito che anima il Governo negli Stati generali dell’economia che si aprono oggi allora non c’è da stare tranquilli”, commenta Buia. “Sono anni che ci battiamo per l’eliminazione di una norma ingiusta che drena 2,5 mld all’anno alle imprese con la scusa che si vuole combattere l’evasione: balle! Serve solo per fare cassa e subito a danno di tante imprese oneste”. 

Infatti, con l’entrata in vigore della fatturazione elettronica, che consente di controllare in modo capillare i versamenti, è venuta meno anche la motivazione originaria che aveva spinto 5 anni fa il legislatore ad adottare questa misura che peraltro a detta di Bruxelles doveva e poteva avere solo carattere temporaneo. Inoltre, visto che l’Italia è fanalino di coda dell’Ue per rimborso Iva (63 settimane di media contro quella europea di 16) significa che le imprese dovranno aspettare anni per riavere il proprio credito. “E’ evidente che si vuol far pagare ancora una volta alle imprese i costi sostenuti dallo Stato: con una mano ci danno liquidità, peraltro in tempi lunghi e in modo non efficiente, e con l’altra ce la tolgono subito”.

“Una decisione”, continua Buia, “che appare del tutto in contrasto con quanto previsto anche nei programmi elettorali delle forze di maggioranza e dal Premier stesso in tutte le occasioni pubbliche e di fronte alla quale non siamo disposti a stare con le mani in mano”. Per le imprese che stanno affrontando con coraggio questa durissima crisi rappresenterebbe infatti “una mazzata finale ingiustificata e peraltro illegittima. Mi chiedo come l’Europa potrà approvare l’ennesima proroga di una misura che doveva già essere accantonata da tempo: di questo passo non resterà in piedi un’impresa in grado di costruire infrastrutture!” 

Assemblea Ance: Progetto Italia non dà sufficienti garanzie per la tenuta di tutto il sistema

gabriele_buia_650x200_fotoL’Assemblea Ance, riunita ieri a Roma, ha ritenuto che, sulla base degli elementi finora acquisiti, il Progetto Italia non garantisce la tutela dell’intero sistema imprenditoriale.
Pur condividendo l’obiettivo di creare un grande player internazionale che andrebbe a formarsi con l’accorpamento di alcuni gruppi industriali del settore delle costruzioni, l’operazione che prevede tra l’altro il coinvolgimento diretto della Cassa depositi e prestiti non convince le imprese aderenti all’Ance per gli effetti sul mercato. In particolare il richiamo è alla tutela della concorrenza, valore che da sempre l’Ance considera prioritario per consentire a tutte le imprese del sistema di svolgere la propria attività alle stesse condizioni.
In attesa dunque di una decisione la cui responsabilità spetta comunque al Governo, occorre in ogni modo garantire attraverso un’efficace politica industriale che manca quasi da vent’anni nel Paese, il ruolo centrale del settore delle costruzioni e mettere in campo soluzioni di sistema che promuovano la crescita di un comparto indispensabile per la tenuta economica e per il benessere sociale dei cittadini.